Abbiategrasso, Castello Visconteo
Il Castello delle Delizie

Il mondo a tavola dall’antichità all’epoca moderna
9 ottobre – 28 novembre 2010

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Allegoria dell’Autunno
Maniera di Giuseppe Arcimboldi, olio su tela, 1590 ca
Brescia, Musei Civici d’Arte e Storia

Promossa dal Comune di Abbiategrasso e dalla Fondazione per la promozione dell’Abbiatense, la nuova mostra allestita ad Abbiategrasso è uno straordinario viaggio nella cultura alimentare di tutti i popoli del mondo.
Il rapporto con la sede espositiva, l’antico Castello Visconteo di Abbiategrasso, nasce dal fatto che, agl’inizi del Quattrocento, terminata la sua funzione militare la roccaforte fu trasformata da Filippo Maria Visconti in quella che all’epoca era definita “Casa di Delizie”, un termine che indicava altri analoghi edifici, come il Castello di Cusago, il Castello di Saronno, il Castello di Mirabello e così via.
Per garantire alla mostra la massima visibilità anche al di fuori dei confini territoriali, gli organizzatori hanno voluto che si svolgesse in coincidenza con due eventi seguitissimi: la Fiera agricola d’Ottobre (giunta alla la 527a edizione) e con l’XI rassegna enogastronomica “Abbiate Gusto”. Dunque, due mesi all’insegna della cultura alimentare in una città che vanta un rapporto privilegiato con il cibo, sorgendo in un territorio tanto ricco di messi e di allevamenti che nel Medioevo fu soprannominato “valle grassa”.

Donna che macina cereali
Calcare dipinto, Antico Regno, V dinastia (2510 a.C. - 2350 a.C.)
Firenze, Museo Archeologico Nazionale

L’Istituto Graf di Bologna e l’Associazione culturale “Obiettivo sul Mondo” di Abbiategrasso, curatori della mostra, si sono proposti di far conoscere i più diversi approcci al cibo presso tutte le civiltà e tutti i popoli del mondo, dall’antichità all’età moderna.
«Scopo dell’esposizione – precisa il Direttore scientifico, Giordano Berti –, è sottolineare il valore universale del cibo non solo come fonte di sostentamento ma anche come fattore di socializzazione e di consolidamento dei rapporti familiari, politici e religiosi».

Offerta di cibo agli dei
Stele di Iki, Calcare, XIII dinastia (1780 a.C. - 1630 a.C.)
Bologna, Museo Civico Archeologico

L’estetica della tavola ha un ruolo estremamente rilevante in quanto ogni oggetto esprime significati simbolici e valenze che vanno ben al di là del valore d’uso. Lo stesso sedersi a tavola non è un atto puramente materiale, ma bensì un momento saturo di simbolismo. Persino il concetto di gusto, che è un fenomeno fisiologico, contiene caratteri psicologici e culturali che riflettono, nel piacere del cibo, categorie di valori totalmente slegate dall’aspetto nutrizionale: valga per tutti l’esempio del tartufo, del caviale, delle ostriche e di altri alimenti considerati “nobili”, e quindi più “appetibili”, sebbene in alcuni casi le loro proprietà nutritive siano scarse o nulle.
Ma non è tutto. L’essere umano, giunto ai vertici del gruppo sociale, non contento di sfamarsi e di godere di alimenti rari e preziosi, ha voluto che i cibi fossero allestiti come opere d’arte. Cibi sbiancati, in alcune culture, oppure impreziositi da colori e aromi di spezie pregiate, elegantemente addobbati in piatti di portata e posti entro cornici di tavole sfarzose, dove tutte le vettovaglie sono autentici gioielli. Sul versante opposto si trovano gli asceti di qualsiasi religione, che per arrivare alla santità hanno scelto la via della mortificazione e della sottomissione a Dio piuttosto che i piaceri della gola e del ventre.

Cratere a colonnette con scena di banchetto
Terracotta, Pittore del Frutteto, 470-450 a.C.
Produzione etrusca, fase felsinea; dalla necropoli della Certosa di Bologna
Bologna, Museo Civico Archeologico

«D’altra parte – prosegue Berti – i prodotti alimentari sono raffigurati, da sempre, non soltanto per la loro intrinseca bellezza ma anche per i significati che assumono allorché si collegano alla sfera filosofica e religiosa. In altre parole gli alimenti, sia che vengano utilizzati per sfamarsi, sia che vengano rappresentati artisticamente, vanno oltre la dimensione fisica ed estetica e si trasformano in emblemi morali, espressioni di stati d’animo e di profondi sentimenti spirituali».
Questa mostra, in sintesi, fa comprendere come al cibo siano riconducibili precise relazioni sociali e gerarchie di valori, forme filosofiche e tensioni spirituali che emergono in ogni epoca storica e presso ogni popolo con caratteristiche diverse.

Uomo che coglie frutti da un albero
Frammento di terracotta in bassorilievo, scavi di Reggio Emilia, III-II sec. a.C.
Opera concessa in prestito dai Musei Civici di Reggio Emilia

Sezioni espositive

- Origini dello stare a tavola
- Il pasto sacro: sacrifici alle divinità e doni ai defunti
- Il galateo e la composizione delle vivande
- La tavola come status symbol
- Dipingere cibo


Nelle cinque sezioni della mostra sono esposti “in parallelo” reperti con analoghe funzioni provenienti da differenti aree culturali (ad esempio, coppe per le libagioni alle divinità greco-romane affiancate da reperti inca, maya, indù, ed oggetti devozionali cristiani, ebraici e musulmani).

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Uomo a tavola e putti
Vassoio in maiolica, manifattura Laterza, 1690 ca
Faenza, Museo Internazionale delle Ceramiche

Provenienza delle opere

L’ossatura dell’esposizione è costituita da circa 200 splendide opere (reperti archeologici, dipinti, ceramiche, sculture, stoviglie, oggetti vari per la tavola, antichi trattati sull’arte di apparecchiare e servire i cibi) conservate presso importanti istituzioni italiane:

• Museo Nazionale Archeologico di Firenze
• Museo Civico Archeologico di Bologna
• Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza
• Musei Civici di Reggio Emilia
• Musei Civici di Brescia
• Musei Civici di Cremona
• Museo Civico Archeologico di Arsago Seprio
• Pinacoteca Comunale di Faenza
• Fondazione Conte G.-G. Morando-Bolognini di Sant’Angelo Lodigiano
• Villa della Porta Bozzolo a Casalzuigno
• Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
• Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza
• Biblioteca Internazionale “La Vigna” di Vicenza

Da varie collezioni private viene un consistente nucleo di opere d’arte precolombiana, africana, indiana ed estremo-orientale.

Centrotavola con frutta e ortaggi modellati a rilievo
Maiolica, manifattura faentina, sec. XVI
Faenza, Museo Internazionale delle Ceramiche

Sede della mostra

Il Castello di Abbiate (poi Abbiategrasso) fu edificato nel 1382 con funzioni militari, ma agl’inizi del secolo seguente fu trasformato in dimora nobile di campagna. Nel 1425 il duca Filippo Maria visconti mandò a vivere qui la neonata Bianca Maria, la cui giovinezza trascorse in un clima culturale di grande apertura. La Biblioteca del Castello, inventariata nel 1426, era caratterizzata da una grande varietà di opere che servirono alla formazione umanistica della fanciulla.
Dopo il matrimonio di Bianca Maria con Francesco Sforza, il Castello di Abbiate perse progressivamente importanza e nel 1668 cominciò ad essere smantellato. I resti dell’edificio furono adibiti a residenza privata sino al 1865, quando il complesso fu donato dai proprietari al Comune. Dal 1995 parte della struttura è adibita a Biblioteca pubblica.
Dal 2009, in seguito a lunghi lavori di restauro, le sale sotterranee sono diventate spazi espositivi destinati ad accogliere eventi di portata nazionale, il primo dei quali è stato “Il Castello della Fortuna”.

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Natura morta con frutta e ortaggi
Scuola lombarda, Olio su tela, metà sec. XVIII
Casalzuigno (Va), Villa della Porta Bozzolo

Orari di apertura

Inaugurazione: 9 ottobre ore 18.00
Da martedì a venerdì: ore 16.00 - 19.00
Sabato e festivi: ore 10.00 - 12.00 / 15.00 - 19.00
Ingresso libero
Al mattino la mostra è aperta solo su prenotazione di scuole e gruppi.

Informazioni

Fondazione per la promozione dell’Abbiatense
tel. 02.94692458

Obiettivo sul Mondo
tel. 02.94692467 – 349.4630749

Ufficio stampa

Alberto Marini
tel. 392.9127866

Coordinamento e cura dell’allestimento

Obiettivo sul Mondo (Abbiategrasso)
Tel. 02.9466688
E-mail: obiettivosulmondo@tiscalinet.it
Presidente: Claudio Tirelli
Vicepresidente: Roberta Ceolin

Ricerche museali e bibliografiche

Istituto Graf (Bologna)
tel. 051.562863
E-mail: istituto.graf@gmail.com
Sito web: www.istitutograf.org
Presidente: Maria Antonietta Stoico
Direzione scientifica: Giordano Berti

Enti promotori

Comune di Abbiategrasso
Fondazione per la promozione dell’Abbiatense


Con il patrocinio di

Regione Lombardia
Provincia di Milano


Eventi collaterali
Programma in corso di preparazione

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In corso di preparazione

Tavola imbandita
Olio su tela di Carlo Magini (1720-1806)
Faenza, Pinacoteca Comunale


 

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