FERRARA, Palazzo dei Diamanti
Sargent e l’Italia
22 Settembre 2002 - 6 Gennaio 2003

Capri, 1878
Olio su tela, 76,8 x 63,1 cm
Boston, MA, Museum of Fine Arts,
Lascito di Helen Swift Neilson, 1946

“...la sua posa aggraziata riecheggia le forme dei rami, così da farla sembrare una figlia della natura, spirito pagano in piena armonia con l’ambiente silvestre che la circonda.
...Si tratta di una elegante esecuzione tonale, dipinta con una morbida tavolozza di verde grigio su una tenue scala argentata, resa con brevi e fitte pennellate.”

(Citazione dal catalogo della mostra
“Sargent e l’Italia”edito da Ferrara Arte)

Finalmente in Italia una mostra rende omaggio a John Singer Sargent (Firenze 1856 - Londra 1925), pittore fino ad oggi quasi sconosciuto, dalle nostre parti, mentre nel mondo anglosassone è considerato uno dei grandi interpreti dell’arte tra Otto e Novecento. Non a caso, l’ultima grande monografica presentata in Inghilterra e negli Stati Uniti nel 1998-1999 ha registrato presenze da record: 200.000 visitatori a Londra e 800.000 nelle due sedi americane di Washington e Boston. Eppure esiste un legame profondo tra Sargent e l’Italia, non solo perché, figlio di statunitensi, nacque e si formò artisticamente a Firenze, ma anche perché, nonostante nel 1884 si fosse stabilito a Londra, continuò a frequentare e amare l’Italia, un paese che per Sargent, come per molti altri artisti anglosassoni fu l’incarnazione di sublimi ideali estetici e fonte inesauribile di ispirazione. 

Sargent e l’Italia è la prima mostra dedicata all’artista nel nostro paese, ed è anche la sola che abbia indagato il rapporto di Sargent con l’arte e la cultura italiana. L’esposizione, curata da Richard Ormond e Elaine Kilmurray, e organizzata da Ferrara Arte in collaborazione con il Los Angeles County Museum of Art, è composta da oltre settanta opere, tra le più belle e coinvolgenti di tutta la produzione del pittore statunitense.

Le scene di genere ambientate a Capri del 1878 e le rappresentazioni di Venezia dei primi anni Ottanta, aprono il percorso della mostra dando conto della sua produzione giovanile. In questi dipinti lirici, ora solari, ora giocati sui tenui chiaroscuri dell’intima penombra di una calle o di un interno veneziano, emerge la straordinaria sensibilità del pittore nel rendere, con pennellate libere ed incisive, le diverse sfumature della luce sull’acqua, sugli edifici e nell’atmosfera.

Al volgere del secolo, durante lunghi soggiorni sulle Alpi e nei luoghi della sua fanciullezza, Sargent si dedicò al paesaggio, lavorando a olio ed acquerello. Le opere di questa serie, con le loro superfici ricche di materia pittorica, le forme frammentate e la pennellata irregolare, svelano un taglio estremamente moderno. Nello stesso periodo Sargent eseguì alcuni ritratti straordinariamente belli delle nipoti e delle amiche, in abiti turchi o avvolte in scialli di cashmere, i cui motivi a spirale accentuano nelle modelle sensualità e abbandono.

Nell’Italia del nord, Sargent dipinse vedute particolarmente ispirate sul Lago di Garda, ma altrettanto suggestive sono le opere eseguite nelle cave di Carrara dove la calda luce del sole accende i blocchi di marmo di toni dorati e color ambra.
L’incanto che esercitò sul pittore l’arte rinascimentale e manierista, come anche la delicata eleganza dei giardini all’italiana, è invece testimoniato dalle opere raffiguranti fontane, statue e particolari architettonici, modellati con sapienti giochi di luci e ombre, come nella tenebrosa Statua di Perseo di notte, dove si erge il celebre bronzo del Cellini con la spada rossa di sangue. Ma, tra tutti i luoghi in cui visse e lavorò, Venezia occupa certamente un posto speciale nel cuore di Sargent. Dopo i soggiorni giovanili, egli tornò infatti incessantemente nella città lagunare per dipingere meravigliosi olii e acquerelli animati dalla danza dei riflessi della luce sull’acqua e sulla sua irripetibile architettura.

La mostra al Palazzo dei Diamanti di Ferrara (Corso Ercole I d’Este, tel. 0532.209988) si chiude con una serie di ritratti di intellettuali e artisti frequentati da Sargent in Italia, tra cui Henry James e l’amica Vernon Lee, di cui colse le caratteristiche fisiche e spirituali con penetrante sensibilità. 
Una nota di particolare soddisfazione per la cura dell’allestimento e per il catalogo, bellissimo in ogni parte, tanto nelle immagini quanto nei testi che offrono una lettura poetica e avvincente anche degli aspetti squisitamente tecnici.

Giordano Berti


 


 

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