Firenze, Museo Nazionale del Bargello
Giambologna: gli dei, gli eroi

Genesi e fortuna di uno stile europeo nella scultura
2 Marzo – 15 Giugno 2006

Venere della grotticella
(marmo)
Firenze, Giardino di Boboli, Grotta Grande

“Tale è la bellezza delle sue opere […] che il titolo “gli dei e gli eroi” appare assolutamente pertinente. Nelle sale del Bargello a parlare sarà la bellezza. Ma a parlare sarà anche la città che ha consentito alla bellezza di contagiare e di affascinare l’Italia e l’Europa.”

(Antonio Paolucci
Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino)

Questa mostra è una doverosa “riparazione” nei confronti di un’artista eccezionale, immenso per grazia e per potenza espressiva. Uno scultore che, a causa della sua origine “forestiera”, è stato tenuto in disparte dai critici ottocenteschi dediti a celebrare i primati e le glorie del Rinascimento italiano. Insomma, l’esposizione dedicata a Giambologna è un tardivo omaggio di Firenze a questo figlio adottivo che ha accresciuto con le sue opere la bellezza della città e le ha consentito di tenere, per lungo tempo, lo scettro di capitale delle arti. 

Ratto di Deianira
(bronzo cm 42,8)
Dresda, Staatliche Kunstsammlungen

Jean de Boulogne (Douai 1529 – Firenze 1608) sebbene fiammingo di nascita fu artista “mediceo” e fiorentino d’elezione. Per quasi mezzo secolo (dal 1561 circa) fu lo scultore più rappresentativo della città. La sua celebre bottega in Borgo Pinti, dove le sue meravigliose invenzioni si traducevano “in piccolo” e “in grande” (nel bronzo, nel marmo, nell’argento e perfino nell’oro), era meta obbligata di ogni principe, artista o colto viaggiatore in visita a Firenze. 
I regnanti di tutta Europa si contesero invano questo straordinario scultore, ma Giambologna dovette ritenere che il traguardo personale più ambìto consistesse nel venire considerato il successore dei grandi Maestri del Rinascimento, in casa loro; proprio lui, uno “straniero”, uno di quei fiamminghi a cui si riconosceva tutt’al più la diligenza e il virtuosismo tecnico.

Mercurio
(bronzo cm 62,7)
Vienna, Kunsthisorisches Museum

La mostra, come precisa il titolo “gli dei, gli eroi”, si concentra sulla produzione profana dello scultore. E non è poco: sono esposte circa cento opere provenienti da tutto il mondo, di materiali e dimensioni diverse, dal minuscolo al gigantesco. Al primo impatto si resta storditi da tanta bellezza. Quei corpi nudi, quelle forme perfette e armoniose di divinità olimpiche sono paradigmi di grazia o di forza, di maestà e di seduzione. 
Non ci sono parole per esprimere l’emozione che si prova di fronte al Bacco giovanile o al candido colosso Oceano (la figura più grande che Giambologna abbia scolpito in marmo, a suo tempo collocata nel Giardino di Boboli). E che dire delle Veneri bagnanti delle fontane? La Fiorenza della Villa di Costello e la cosidetta Venere Cesarini (concessa strordinariamente dall’Ambasciata Americana di Roma) hanno un fascino impareggiabile!

Venere Urania
(bronzo cm 38,8)
Vienna, Kunsthistorisches Museum

In una rievocata Wunderkammer sono disposte le piccole, preziosissime Veneri del Gabinetto Imperiale di Vienna e della Künstkammer di Dresda; opere che i Medici offrirono in dono diplomatico ai potenti regnanti d’Oltralpe e che questi accolsero e custodite come gioielli preziosi. Anche queste sono oggi in mostra al Bargello, assieme ad altri celebri bronzi del Giambologna come il Mercurio volante, Marte, Ercole e le sue Fatiche, il Ratto di Deianira e il Ratto della Sabina (quest’ultimo traduce “in piccolo” il gruppo monumentale nella Loggia dei Lanzi, in Piazza della Signoria).

Ratto della Sabina
(bronzo cm 99,5)
Napoli, Museo di Capodimonte

Una sezione della mostra è dedicata alle opere monumentali commissionate dal principe, poi granduca, Francesco I de’ Medici, di cui si presentano i rarissimi bozzetti in terracotta che testimoniano l’abilità di Giambologna nel modellare la creta per rendere immediatamente visibili le proprie idee.
La Loggia superiore del Bargello è dedicata al Giambologna “creatore” di giardini. Le sue straordinarie invenzioni di fontane si possono soltanto evocare, immaginando le opere in bronzo inserite nell’originale contesto naturalistico: sorgenti artificiali animate da putti pescatori (dal Casino Mediceo di via Larga), popolate da straordinari uccelli (dal Parco di Castello) o abitate da bizzarri dragoni come quello cavalcato da Morgante, il nano prediletto della corte medicea (un tempo nuotava a pelo d’acqua sullo specchio d’una vasca, sul terrazzo degli Uffizi).
Va sottolineato che l’occasione della mostra ha favorito alcuni importanti interventi: quasi tutte le opere dell’artista sono state restaurate e, in alcuni casi, accolte nelle collezioni stabili del Bargello.
L’ideazione e la progettazione della mostra sono di Beatrice Paolozzi Strozzi e Dimitris Zikos. Il catalogo è pubblicato da Giunti.

Maria Antonietta Stoico

Dio fluviale
(terracotta cm 30,3)
Londra, Victoria and Albert Museum

Informazioni
Firenze Musei
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